Mario De Leo
Il recupero e il riciclo degli scarti dell’industria elettronica.
mostra antologica a cura di Vittorio Erlindo
8 dicembre 2024 - 12 gennaio 2025
Moni Ovadia

Quante persone possono dire di aver conosciuto un cantastorie? e quanti di loro possono dire di riconoscere un cantastorie? Io, modestamente, ritengo di essere tra coloro che sanno percepire un autentico cantastorie con il vibrante intuito di un rabdomante. Da molti anni mi occupo di musica tradizionale, non da studioso, ma con la passione del viaggiatore dilettante e il piglio ossessivo dello spacciatore che ha l'urgenza impellente di “vendere” la merce ad altri perché possano godere della stessa . In questo senso l'incontro con Mario De Leo è stato uno dei più emozionanti della mia vita. Sentirlo cantare le sue canzoni è stata per me un'esperienza intensa, che mi ha permesso di accedere alle profondità di una cultura antica, quella delle potenti radici contadine del migliore Mezzogiorno d'Italia.
Mario ha un volto molto particolare, un connubio tra tratti popolari e la bellezza di un mosaico bizantino.
La sua voce è calda e ricca di risonanze e l'unione di melodia, ritmo e testi delle sue canzoni sono senza mediazioni, l'epica arte dei contadini che si proiettano all'infinito verso il futuro. Da molto tempo Mario si dedica all'arte dell'immagine pittorica ed io non navigo in queste acque, qualsiasi tentativo da parte mia di un approccio critico in questa direzione sembrerebbe goffamente inappropriato, ma ritengo che questo ballerino cantante che vive per l'arte una persona sicuramente da incontrare.